miércoles, 31 de diciembre de 2008
Auguri!!

In varie regioni, durante la notte di Capodanno, gruppi di giovani vanno per le strade a cantare la “strenna”, con gli auguri di un felice anno nuovo e la richiesta di doni. Così fanno i ragazzi nel Veronese:
In Romagna, nella ricorrenza del Capodanno, si ha il principio dell'analogia e del contrasto in Romagna, dove i contadini dicono che “bisogna fare un poco di tutti i lavori perché cosi vanno a riuscire tutti bene”.
Nell'Abruzzo, invece: sono le donne che danno inizio a quante più faccende è possibile fare. In altre regioni, il primo dell'anno deve trascorrere in riposo, altrimenti ci si affannerà per tutto l'anno. Un'altra diffusa credenza è quella delle “calende”, per la quale si ritiene che dal tempo che farà nei primi dodici giorni dell'anno si possa prevedere quello che farà nei dodici mesi.
domingo, 28 de diciembre de 2008
Tradizioni di Natale V: Il Capodanno.
1. Lenticchie: in Italia, che cenone è, se non ci sono le lenticchie? Da Nord a Sud della Penisola, su ogni tavola arriva un piatto ricco di piccoli legumi. La lenticchia, già in epoca romana, simboleggiava l’abbondanza, il denaro. Ogni lenticchia è una moneta, quindi più ne mangeremo e più soldi avremo!
3. Uva e frutta secca: "chi mangia l'uva per Capodanno conta i quattrini tutto l'anno", così recita un antico proverbio. Questo perché cogliere l’uva nel periodo invernale significava avere avuto un raccolto ricco.
sábado, 27 de diciembre de 2008
jueves, 25 de diciembre de 2008
Sicily. Il profumo.
Dolce & Gabbana, Sicily, ritratto di Sicilia, passione, tradizione e simbolismo. Un profumo caratterizzato da note orientali e floreali di bergamotto di Sicilia, rosa, gelsomino e sandalo. Sicily...il profumo!
Tradizioni di Natale IV: la Befana

La Befana vien di notte
Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, a cavalcioni di una scopa, sotto il peso di un sacco stracolmo di giocattoli, cioccolatini e caramelle (sul cui fondo non manca mai anche una buona dose di cenere e carbone), passa sopra i tetti e calandosi dai camini riempie le calze lasciate appese dai bambini. Questi, da parte loro, preparano per la buona vecchia, in un piatto, un mandarino o un’arancia e un bicchiere di vino. Il mattino successivo insieme ai regali troveranno il pasto consumato e l’impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto.
martes, 23 de diciembre de 2008
lunes, 22 de diciembre de 2008
Tradizioni di Natale III: l'agrifoglio.

Sulla via di Betlemme, il bimbo intrecciò una corona di rami d'alloro per il neonato, ma quando la pose davanti a Gesù, la corona gli sembrò così indegna che il pastorello si vergognò del suo dono e cominciò a piangere.
Allora Gesù toccò la corona, fece in modo che le sue foglie brillassero di un verde intenso e cambiò le lacrime dell'orfanello in bacche rosse.
domingo, 21 de diciembre de 2008
Tradizioni di Natale II: Babbo Natale.

Una tra le più famose, confermata anche da Dante nel Purgatorio, è quella che racconta come Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perché caduto in miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra, tre sacchi di monete come dote per le ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito, ma la terza notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa e decise di arrampicarsi sul tetto per gettare il sacchetto di monete attraverso il camino.
Quando morì, le spoglie del santo, o le presunte tali, vennero deposte a Myra fino al 1087. In quell'anno vennero trafugate da un gruppo di cavalieri italiani e portate a Bari, dove sono tuttora conservate, e di cui San Nicola è divenuto il santo protettore.
Dal Medioevo in poi la figura di San Nicola, il santo generoso, assunse diversi nomi e fisionomie nei vari paesi europei: Father Christmas in Inghilterra, Julenisse in Scandinavia, Saint Nicolas in Svizzera, Père Noël in Francia, SinterKlaas in Olanda. I protestanti, dopo la Riforma, gli affidarono la missione di portare regali ai bambini, però gli tolsero i paramenti solenni da vescovo, troppo vicini alle raffigurazioni dei Cattolici.
Tradizioni di Natale: la corona d'Avvento.
Nel XVI secolo si diffuse tra i cristiani divenendo un simbolo di questo periodo che precede il Natale.
La Corona d'Avvento è un cerchio realizzato con foglie di alloro o rametti di abete (il loro colore verde simboleggia la speranza, la vita) con quattro ceri.
Durante il Tempo di Avvento (quattro settimane) ogni domenica si accende un cero. Secondo una tradizione, ogni cero ha un suo significato: c'è il cero dei profeti, il cero di Betlemme, quello dei pastori e quello degli angeli. La corona può venire appoggiata su un ripiano o appesa al lampadario.
sábado, 20 de diciembre de 2008
sábado, 13 de diciembre de 2008
La leggenda del Pandoro di Verona.
Il dolce natalizio per eccellenza ha un sapore molto delicato e leggermente profumato di vaniglia.
La fonte più antica lo fa risalire al primo secolo dopo Cristo, ai tempi di Plinio: in essa si cita un pane preparato con fior di farina, burro e olio.
Qualcuno ne fa risalire la nascita nella Repubblica Veneta del ‘500, quando si servivano, nelle ricche tavole, dolci di forma conica, ricoperti da foglie d’oro, chiamati Pan de Oro.
Secondo altri l’origine deriva da un antico dolce, a forma di stella, che i veronesi consumavano a Natale: il nadalin.
La versione più recente sull’origine del pandoro lo lega alla Casa Reale degli Asburgo: fin dal ‘700-’800 erano note le due tecniche del croissant e del Pane di Vienna, le quali sono rimaste alla base della preparazione del pandoro.
Per i veronesi l’ offella non è il biscotto secco, come accade nel Milanese e nel Pavese, bensì un dolce sontuoso di grande tradizione, che ha il suo centro di maggior produzione a Bovolone, operosa contrada del Basso Veronese, verso Rovigo. Nella zona di Bovolone la bottega del pasticciere si chiama appunto offelleria.
Inizialmente caratteristico dolce natalizio, l’offella viene preparato adesso tutto l’anno.
È un soffice e profumato pane dolce lievitato ricco di burro, appena coperto da una glassa croccante di zucchero. Di tradizione antica, si potrebbe considerare l’antenato ufficiale del pandoro, il quale ha varcato i confini di Verona ed è entrato nell’industria dolciaria italiana.
Alla fine dell’800 era in atto una contesa per aggiudicarsi il merito di fare il pandoro più buono, tanto che nel 1984 il panettiere Domenico Melegatti pensò di brevettarlo. Nel 1933, Ruggero Bauli iniziò i primi esperimenti per migliorare il suo pandoro.
La leggenda del Panettone.

miércoles, 3 de diciembre de 2008
viernes, 28 de noviembre de 2008
Lucchetti di Ponte Milvio

L'usanza sembra essere stata iniziata a Firenze, dagli allievi ufficiali della Scuola di Sanità in Costa San Giorgio che, al momento del congedo, legavano il lucchetto del loro armadietto su una barra metallica oltre il parapetto del Ponte Vecchio. Questa tradizione è passata in seguito agli innamorati, ed è stata traslata a Roma e resa molto popolare a seguito del libro Ho voglia di te di Federico Moccia in cui, appunto, i due protagonisti si giurano amore eterno agganciando un lucchetto nel palo centrale del ponte dopo averlo serrato, buttandone poi via la chiave.
Il trafugamento a fine febbraio del 2007 di tali lucchetti (che avevano totalmente ricoperto il lampione) ha innestato una nota polemica dai vaghi quanto comici contorni politici. Il fenomeno - che di per sé sarebbe rilevante solo sotto il profilo antropologico (la medesima usanza è riscontrabile anche sul Ponte Vecchio di Firenze, dove viene attualmente utilizzata la cancellata del monumento dedicato a Benvenuto Cellini (dove è prevista una multa di 50 € per chi viene sorpreso dalle forze dell'ordine a mettere lucchetti) ed è assimilabile al rito di gettare una moneta nella Fontana di Trevi per garantirsi un ritorno nella Città Eterna). Secondo il quotidiano milanese "Il Corriere della Sera" del 2 marzo 2007, l'ostilità nei confronti dell'uso di appendere lucchetti al lampione del ponte avrebbe provocato addirittura la creazione di un apposito comitato di quartiere, interessato alla conservazione patrimoniale del Ponte.
I giornali hanno pubblicato la notizia secondo cui, nella notte tra il 2 ed il 3 marzo 2007, i lucchetti erano stati rubati da un gruppo di nomadi. I Carabinieri avrebbero ritrovato i lucchetti nel magazzino di un commerciante in materiali ferrosi usati e i lucchetti sarebbero stati rimessi al loro posto. Alcuni abitanti del quartiere avevano motivato già il 27 febbraio 2007 al quotidiano milanese "il Giornale" i motivi della loro ostilità ma non è comprovabile che essi siano i responsabili del gesto. I lucchetti tornati a far mostra di sé sul ponte sembrano inoltre nuovi, dal momento che quelli ritrovati, tagliati da cesoie apposite e in ogni caso senza chiavi, sarebbero stati del tutto inutilizzabili.
Il 13 aprile 2007 il lampione a cui sono appesi i lucchetti, per l'eccessivo peso è quasi crollato, spezzandosi sul punto del lume. Questo è via via accaduto ad altri tre lampioni, dei quali sono rimasti solamente i monconi dei pali, essendo crollati i lumi. Nel mese di luglio 2007 sono stati tolti i lucchetti dai lampioni e sul punto sono stati aggiunti dei pilastri davanti ai lampioni stessi sui quali sono state agganciate delle catene alle quali poi sono stati rimessi i lucchetti stessi. Il tutto per salvaguardare i lampioni, quattro dei quali, come detto, sono stati spezzati dal peso dei lucchetti (anche a causa del fatto che non ci si è limitati a porre i lucchetti sul palo del lampione ma anche sul cappello, piegando e in seguito spezzando il lume stesso).
Scusa ma ti chiamo amore

miércoles, 26 de noviembre de 2008
Capri

martes, 25 de noviembre de 2008
E ritorno da te
Fabrício y María,...a estudiar italiano!! Cuando vengais por aquí, nos hacemos un viajecito a Roma, ta? Besos.
domingo, 23 de noviembre de 2008
Il limoncello

Poi procedete in questo modo: per prima cosa lavate accuratamente i limoni e tagliatene la scorza sottilissima, stando attenti a non tagliare la parte bianca. Mettete le scorze su un tagliere e riducetele a piccole listarelle.
Raccogliete le listarelle di limone in un barattolo di vetro a chiusura ermetica, versateci sopra tutto il litro di alcol, chiudete e lasciate in infusione per 15 giorni.
Trascorsi i 15 giorni, preparate lo sciroppo di acqua e zucchero. In un pentolino versate zucchero e acqua contemporaneamente, quindi scaldate a fuoco dolce fino a che lo zucchero non si sarà tutto disciolto. Spegnete e fate raffreddare a temperatura ambiente.
Unite lo sciroppo all'alcol in infusione mescolando bene. Prendete un secondo recipiente e trasferitevi tutto il liquore filtrandolo con un imbuto rivestito da una garza o da carta filtro. Ripetete l'operazione al contrario una seconda volta, strizzando bene le scorzette di limone.
Infine, sempre servendovi dell'imbuto filtrante, riempite le bottiglie, chiudetele e riponetele a riposare in una dispensa asciutta.
Una leggenda della Sicilia: Cola Pesce

sábado, 22 de noviembre de 2008
Les Enfoirés chantent "Qui a le droit?"
...et Jean-Baptiste Maunier et les autres, chantent "la Nuit"
viernes, 21 de noviembre de 2008
I corni

Secondo la mitologia, Giove per ringraziare la sua nutrice le donò un corno dotato di poteri magici.
Il corno è simbolo della vita, che allontana un’influenza magica maligna. Secondo la scaramanzia napoletana il corno deve essere un dono quindi per portare fortuna non deve essere comprato, inoltre deve essere: rigido, cavo all’interno, a forma sinusoidale e a punta.
Secondo la tradizione napoletana, il corno dev'essere rigorosamente rosso e preferibilmente di corallo e fatto a mano: in corallo, perché la mentalità popolare considerava il corallo una pietra preziosa col potere di scacciare malocchi e proteggere le donne incinte; rosso perché è un colore che viene associato spesso, e in molte culture, alla fortuna; e fatto a mano perché acquista poteri benefici dalle mani che lo realizzano.
A Napoli si chiama ‘o curniciello.
jueves, 20 de noviembre de 2008
Mercoledì
Caffè sospeso

miércoles, 19 de noviembre de 2008
Giorgia canta Girasole
E come un girasole giro intorno a te
che sei il mio sole anche di notte
e come un girasole giro intorno a te
che sei il mio sole anche di notte
tu non ti stanchi mai tu non ti fermi mai
con gli occhi neri e quelle labbra disegnate
e come un girasole giro intorno a te
che sei il mio sole anche di notte
tu non mi basti mai prendimi l’anima
e non mi basti mai muoviti amore sopra di me
e come un girasole io ti seguirò
e mille volte ancora ti sorprenderò
e come un girasole guardo solo te
quando sorridi tu mi lasci senza fiato
e come un girasole giro intorno a te
che sei il mio sole anche di notte
e metti le tue mani grandi su di me
mi tieni stretta così forte
tu non ti stanchi mai tu non ti fermi mai
con gli occhi neri e quelle labbra disegnate
e come un girasole giro intorno a te
che sei il mio sole anche di notte
tu non mi basti mai prendimi l’anima
e non mi basti mai muoviti amore sopra di me
e come un girasole mi aprirò per te
chiedimi tutto anche quello che non c’e’
e come un girasole io ti seguirò
e ancora ti dirò che non mi basti mai
non mi basti mai
e mille volte ancora io te lo direi
che non c’e’ nessun altro al mondo che vorrei
e come un girasole io ti seguirò
e mille volte ancora mi innamorerò
martes, 18 de noviembre de 2008
lunes, 17 de noviembre de 2008
domingo, 16 de noviembre de 2008
primeros ejercicios
Podemos empezar haciendo todos el test que aparece en la dirección:
http://www.iluss.it/ag-page/puntolingua/Puntolingua1.html
Además, Maribel puede hacer los ejercicios de esta página:
http://www.italica.rai.it/lingua/corso.htm
Para Conchi he seleccionado una dirección con ejercicios y, aunque son veinte lecciones, no te asustes, eh? Ya sabes, piano, piano...
http://www.oggi-domani.com/
Lines: a ti te he reservado una página con muchos ejercicios y lecturas, pero no los hagas todos de golpe:
http://www.aulafacil.com/cursosgratis/curso/italiano.html
Finalmente, Juan puede atreverse con una página muy maja de la Universidad de Toronto:
http://www.chass.utoronto.ca/~ngargano/
Buon lavoro!!
Alberto.
Bienvenidos
Baci, Alberto.
Ah! Este blog es por ti, Ana. Gracias por iniciarnos y por animarnos a seguir sin ti. Grazie professoressa!!