miércoles, 29 de abril de 2009

La Fiera d'Aprile III

Ognuna delle piú di mille casette é montata su una base di tubi di metallo, ha il pavimento e le pareti di legno ed é ricoperta da un telone. Le casette variano in quanto a tipo e grandezza.
La maggior parte sono piccole e private: di famiglie, gruppi di amici o imprese. É importante sapere che hanno un carattere personale e privato e vi si puó accedere solo se amici, familiari, o invitati. Andare in una di queste casette non é come stare seduti al bar con un amico. Bisogna piuttosto pensare di essere in visita a casa di questo amico.In ogni modo, c’é una grande ospitalitá ed é molto facile che si invitino passanti e turisti, soprattutto nelle casette di famiglie e piccole imprese.Le casette pubbliche sono quelle dei partiti politici e dei differenti distretti di Siviglia. Sono solitamente grandi cosí da poter ospitare chi non ha un propria casetta.

Esistono giá piú di mille casette, e la domanda per aprirne delle nuove é talmente alta che si sta pensando di trovare alla feria una nuova collocazione in un futuro non molto lontano.

Nel pomeriggio non ci si puó perdere il maestoso passeggiare di cavalli e carrozze. Gli uomini nei loro vestiti tipici, le donne con vestiti da flamenco. L’animazzione per le strade non si ferma né di giorno né di notte.

Accanto alla feria si trova un grande parco chiamato la via dell’inferno. Passandoci si capisce subito da cosa deriva il suo nome. Vi sono ruote panoramiche e altre attrazioni classiche o “normali”, ma c’é anche un’attrazioni spettacolare che sembra essere stata progettata per compiere il maggior numero di giri nel minor tempo possibile, con l’unico apparente obiettivo di farti girare la testa.

La Fiera d'Aprile II

La Feria de Abril, dove la bellezza naturale delle ragazze e delle donne sivigliane é arricchita dai vestiti di flamenco, é il momento migliore per respirare cordialitá e amicizia, tra bicchieri di manzanilla, e le tapas, il tutto accompagnato dai passi e dalle note della Sevillana.Il motivo principale per cui andare alla feria é semplicemente quello di divertirsi, in compagnia di buoni amici e facendosi travolgere dall’aria festosa.

La Feria ha luogo in un terreno gigante (circa 1.500 per 700 metri), appena fuori dal centro della cittá a sud del quartiere de Los Rmedios, di fronte al parco Maria Luisa. Qui la gente e le imprese costruiscono piú di mille “case” provvisorie, chiamate casette, di tavole di legno e tetto di telone. Il risultato é una cittá effimera che dura solo una settimana.L’entrata principale é un enorme monumento, anch’esso provvisorio, che ogni anno si rifá a uno dei monumenti piú conosciuti o degli edifici piú importanti di Siviglia. Le strade sono illuminate da migliaia di lampade e lampioni.

lunes, 27 de abril de 2009

Abril

La Fiera d'Aprile


La Feria de Abril fu istituita nel 1864, curiosamente da due non sivigliani: un basco e un catalano. L’obiettivo principale di questi due imprenditori era semplicemente quello di incrementare il commercio e gli affari. Senza dubbio, col passare degli anni, la gente del luogo la trasformó in un evento festoso. Attualmente é uno delle celebrazioni folcloriche piú importante di tutta la Spagna e una delle principali attrazioni turistiche di Siviglia, pur mantenendo quello che era il suo fine iniziale.

Il grande evento d’apertura ufficiale della Feria de Abril é “el Alumbrao”, che inizia tutti gli anni con l’accenzione di milioni di lampioni e lampade, la maggiorparte dei quali nell’entrata principale. La feria comincia ufficialmente il lunedi a mezzanotte, generalmente due settimane dopo la Settimana Santa di Siviglia, e si conclude con grandi fuochi d’artificio la domenica a mezzanotte.

jueves, 23 de abril de 2009

martes, 21 de abril de 2009

martes, 14 de abril de 2009

Lara Fabian.

Saat dört, yoksun

En güzel deniz, / El más bello de los mares
Henüz gidilmemiş olandır / Es aquel que no hemos visto
En güzel çocuk / La más linda criatura
Henüz büyümedi / Todavía no ha nacido
En güzel günlerimiz / Nuestros días más hermosos
Henüz yaşamadıklarımız / Aún no los hemos vivido
En güzel söz / Y lo mejor de todo aquello que tengo que decirte
Henüz söylememiş olduğum sözdür / Todavía no lo he dicho.

"Saat dört, yoksun" de Zülfü Liveneli.

Manu Larrouy

lunes, 13 de abril de 2009

El Monte Athos en París

"El Monte Athos y el Imperio Bizantino: Tesoros de la Montaña Santa". Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris. Av. Winston Churchill - 75008 Paris, del 10 de abril al 5 de julio de 2009 (Metro: líneas 1 y 13).

miércoles, 8 de abril de 2009

Gigi l'amoroso. Dalida

Il pesce d'aprile


Fiato alle trombe e via agli scherzi del pesce d’aprile! Sbizzarritevi pure quanto volete, il 1° di aprile tutto è permesso! Ma fate attenzione a non "abboccare"... il tranello potrebbe nascondersi lì, proprio dietro l’angolo! Un solo istante di distrazione ed è fatta: nel giro di un attimo potreste ritrovarvi ad essere vittime beffeggiate di un gioco in cui, ahimè, dovevate impersonare il vittorioso ruolo del beffeggiatore.

Ogni paese ha un suo modo di chiamare la festa del primo aprile.

In Messico ad esempio, la chiamano "Dia de los Innocentes", perché in origine il primo aprile ricordava la strage degli innocenti compiuta da Erode.

In Francia, come del resto anche in Italia, si usa invece l’espressione "Poisson d’Avril" ("pesce d’aprile"), in riferimento al Sole che, alla fine di marzo, lascia il segno dei Pesci per entrare in Ariete.

Nei paesi anglofoni, come ad esempio il Regno Unito e gli Stati Uniti, invece , la ricorrenza del primo aprile si chiama "April fool’s day" ("Il giorno dello sciocco d’aprile"), dove il termine "fool" richiama alla mente il "Fool", il folletto delle corti medioevali, sottolineando così la connotazione scherzosa della festa.

In Germania "Aprilscherz" è più semplicemente lo "Scherzo d’Aprile".

In Scozia invece, il pesce d'aprile corrisponde al "Taily day", il giorno delle natiche. Gli scozzesi non hanno come tradizione quella di attaccare un pesce dietro le spalle degli sventurati, ma piuttosto un cartello con la scritta "prendimi a calci".

Infine, nel Sud-Est Asiatico, si chiama huli. E' una festa tradizionale simile al nostro pesce d'aprile e si celbra il 31 marzo.

lunes, 6 de abril de 2009

Spot primavera

Il Tevere


Il Tevere è sempre stato considerato un fiume un po’ speciale dagli intellettuali che, nei secoli, si sono avvicendati nella città di Roma, una sorta di ponte tra passato e futuro, una costante che ha visto svolgersi sulle sue sponde alcuni tra gli eventi più importanti della storia dell’uomo.
Chiamato anticamente “Albula” per le sue acqua chiare, il Tevere prenderebbe il suo nome dal re latino Tiberino, che si suicidò annegandosi nelle sue acque, anche se alcuni contestano questa origine. Il Tevere, fiume principale dell’Italia centrale e peninsulare e terzo fiume italiano per lunghezza e volume di acque, è stato sempre l’anima della città di Roma, come recita anche la lapide posta sulla sua sorgente alle pendici del Monte Fumaiolo (Emilia Romagna) “Qui nasce il fiume sacro ai destini di Roma”. Il Tevere è infatti al centro di numerosi miti e leggende, a partire dalla fondazione stessa della città di Roma. Secondo la tradizione, Romolo e Remo, neonati, furono messi in una cesta e lasciati alla corrente, finchè la culla improvvisata non si arenò sotto un albero di fico da cui i due piccoli poterono nutrirsi succhiandone il succo zuccherino.
Nell’antica mitologia romana, il fiume era considerato una vera e propria divinità, chiamata Pater Tiberinus; il dio veniva omaggiato tutti gli anni il giorno 8 dicembre in feste chiamate Tiberinaria, che celebravano l’anniversario della fondazione del tempio dedicato al dio stesso e ubicato sull’isola Tiberina. Al Louvre è conservata una statua di età adrianea che raffigura il dio Tevere affiancato dalla lupa che allatta i gemelli.Gli attributi del dio sono un remo e una cornucopia; nelle sue numerose raffigurazioni – che comprendono tra l’altro numerose monete – appare spesso con attributi navali o associato a scene che ricordano l’origine di Roma.
Altre leggende sono invece legate all’isola Tiberina, che si sarebbe formata per i sacchi di grano rubati dalla plebe all’ultimo re di Roma Tarquinio il Superbo. In seguito, nel V secolo avanti Cristo, mentre Roma era in preda di una pestilenza, un serpente uscì dal Tevere e salì sull’isola Tiberina. Allora i romani edificarono qui un tempio ad Esculapio e curarono qui gli ammalati servendosi delle acque del fiume. Da questa leggenda deriverebbe il serpente tuttora simbolo dei farmacisti.
A distanza di secoli, il Tevere non smette di affascinare gli abitanti di Roma come gli stranieri, e ancora oggi da’ vita a miti e leggende, come la celebre tradizione dei lucchetti: gli innamorati che attaccheranno un lucchetto al lampione principale di Ponte Milvo e getteranno la chiave nel fiume resteranno legati per sempre. Questa usanza, riportata anche dal romanzo di Federico Moccia “Ho voglia di te” e dall’omonimo
film, è stata così seguita che ha causato, nel luglio 2007, la rottura dei lampioni sul ponte, e così il Comune di Roma ha installato appositi pilastri a cui sono agganciate catene su cui applicare i lucchetti.


Laura Losi

viernes, 3 de abril de 2009

Il cedro di Calabria


Il cedro, originario dell'Himalaya orientale si diffuse sulle sponde del Mediterraneo, diventando uno dei frutti simbolo della religione e della cultura ebraica. La tradizione narra che a portare tale frutto nel "mare nostrum" fu Alessandro Magno e questa presenza è attestata da diversi dipinti nelle catacombe romane della via Appia, nei resti di Pompei ed Ercolano. Oltre che per il pregevole legname i Romani ne facevano gran uso in cucina, aggiungendolo a pezzetti al garum: una salsa di pesce crudo in salamoia. La Bibbia racconta addirittura che fu Dio a indicare a Mosè nel suo viaggio verso la Terra promessa proprio l'albero del cedro, insieme al mirto, alla palma e al salice fra le quattro piante da utilizzare nelle annuali feste delle Capanne e dei Tabernacoli. La raccolta avviene in due diversi momenti: all'inizio dell'autunno e in novembre. I frutti raccolti in questa prima fase, alla presenza di vari rabbini che appositamente raggiungono la Calabria, sono quelli destinati alle feste liturgiche ebraiche. La tradizione vuole che gli alberi non devono essere più alti di 60 cm ed i raccoglitori devono raccoglierli stando in ginocchio. La seconda raccolta, invece, avviene in novembre quando i frutti hanno già raggiunto altre proporzioni e possono essere utilizzati per mille golosità, come i liquori, gli sciroppi e la marmellata al cedro, di arance, di limone...

"Le cédrat est le symbole de la plénitude de la vie".

miércoles, 1 de abril de 2009