viernes, 3 de abril de 2009

Il cedro di Calabria


Il cedro, originario dell'Himalaya orientale si diffuse sulle sponde del Mediterraneo, diventando uno dei frutti simbolo della religione e della cultura ebraica. La tradizione narra che a portare tale frutto nel "mare nostrum" fu Alessandro Magno e questa presenza è attestata da diversi dipinti nelle catacombe romane della via Appia, nei resti di Pompei ed Ercolano. Oltre che per il pregevole legname i Romani ne facevano gran uso in cucina, aggiungendolo a pezzetti al garum: una salsa di pesce crudo in salamoia. La Bibbia racconta addirittura che fu Dio a indicare a Mosè nel suo viaggio verso la Terra promessa proprio l'albero del cedro, insieme al mirto, alla palma e al salice fra le quattro piante da utilizzare nelle annuali feste delle Capanne e dei Tabernacoli. La raccolta avviene in due diversi momenti: all'inizio dell'autunno e in novembre. I frutti raccolti in questa prima fase, alla presenza di vari rabbini che appositamente raggiungono la Calabria, sono quelli destinati alle feste liturgiche ebraiche. La tradizione vuole che gli alberi non devono essere più alti di 60 cm ed i raccoglitori devono raccoglierli stando in ginocchio. La seconda raccolta, invece, avviene in novembre quando i frutti hanno già raggiunto altre proporzioni e possono essere utilizzati per mille golosità, come i liquori, gli sciroppi e la marmellata al cedro, di arance, di limone...

"Le cédrat est le symbole de la plénitude de la vie".

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