viernes, 2 de enero de 2009

Giorgio Morandi: la pittura del silenzio



"Per me non vi è nulla di astratto: per altro ritengo che non si via nulla di più surreale, e di più astratto del reale".

Apparentemente "astratta" fu la vita di Giorgio Morandi (1890-1964) tutta racchiusa nel silenzio del suo studio di via Fondazza. Rare le sortite dalla sua Bologna; negli ultimi periodi della sua vita il Maestro evitava persino le passeggiate in centro. Se ne ricorda un unico viaggio all'estero fatto in età avanzata, nel '56 a Zurigo in "pellegrinaggio" all''antologica dell'amato Cézanne.

Quella di Morandi è stata una vita spesa alla ricerca forsennata e costante di una classica armonia della forma, inserita in uno spazio immoto, valorizzata da una luce radente.

E' stata un'arte, quella del pittore bolognese, declinata attraverso oggetti sospesi nel vuoto, immateriali, sorprendenti: entità astratte sempre uguali a se stesse che si fanno vita in virtù dell'azione creatrice del pittore, capace di renderle sempre diverse perché sempre diverso è il suo momento spirituale. Nature morte, fiori, paesaggi, che tolgono il posto alla figura umana e consentono all'autore di cogliere l'essenza del reale, esprimendo una visione ora calma e ordinata, ora inquieta e persino drammatica.

Questo pittore solitario e pignolo, ha vissuto l'arte come pratica del silenzio.

1 comentario:

Mely dijo...

Ragazzi, Morandi è uno dei miei pittori preferiti. Ho avuto la fortuna di poter vedere il suo museo a Bologna e veramente è il pittore del silenzio!